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Idee di cambiamento

Fisclandia

La maggior parte delle società di pallacanestro in Italia sono società dilettantistiche e nel corso delle loro fragili esistenze riscontrano enormi problematiche fiscali e di governance per poter insegnare a giocare a basket. Nel nostro Paese sono presenti circa 100 mila società sportive riconosciute dal CONI con quasi 8 milioni di tesserati, che corrispondono al 60% dei soggetti che praticano sport in Italia.

Le Federazioni hanno per fine istituzionale la promozione, l’organizzazione, lo sviluppo e la disciplina dello sport a prevalente indirizzo agonistico in campo nazionale e internazionale. Ma ogni Federazione annualmente deve versare decine di tasse al Coni per poter continuare nella loro missione, quella di diffondere la loro specifica disciplina e poter ambire con gli atleti azzurri ai trofei internazionali.

Tra l’Agenzia delle entrate e la FIP è presente il protocollo d’intesa che prevede lo scambio di informazioni per verificare l’equilibrio finanziario delle società sportive professionistiche e giocatori. La federazione ogni anno deve fornire l’elenco delle compagini sportive professionistiche (denominazione sociale e codice fiscale/partita Iva) per procedere alla verifica degli adempimenti.

Per partecipare ai campionati bisogna rispettare tutti i requisiti fiscali ovvero: il pagamento dell’Iva risultante dai dati inseriti nelle liquidazioni periodiche relative ai quattro trimestri dalla dichiarazione annuale relativa al periodo d’imposta. In più, per le società controllate che aderiscono all’Iva di gruppo, il trasferimento alla controllante dell’imposta a debito o a credito

La presentazione delle dichiarazioni dell’anno precedente, relative al periodo d’imposta. I pagamenti di Ires, Irap, Iva e ritenute Irpef sui redditi di lavoro dipendente, risultanti dalle dichiarazioni dell’anno precedente. Il pagamento rateale delle somme dovute a seguito della liquidazione delle imposte e delle ritenute degli ultimi cinque anni. Ed infine il versamento delle somme relative ad atti divenuti definitivi, con cartelle notificate.

Come potete osservare le tasse sono numerose e oltre ad esse le squadre devono costruire i roster per partecipare alle competizioni nazionali o europee, che consegue un ulteriore sforzo economico. È palese che il core business delle squadre sono le partite casalinghe, perché come abbiamo già visto in altri articoli le entrate dei diritti TV sono misere, così come i premi nelle competizioni FIBA o ECA.

Se non ci sarà un piano di incentivi statali legati alla defiscalizzazione per gli investitori e alle agevolazioni finanziarie nei rapporti con gli istituti di credito, difficilmente potremmo vedere squadre economicamente solide. Perché i ricavi delle squadre derivano principalmente da sponsor, partite casalinghe, diritti TV e social e, per chi partecipa, premi per vittorie in Europa.

#cambiamentocestistico

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