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Idee di cambiamento

Problemi di sponsor

Da sempre il sistema cestistico è monopolizzato dalla presenza degli sponsor che uniscono il proprio nome a quello delle squadre. Anche le squadre di calcio hanno gli sponsor, ma mantengono il proprio nome. Nel basket non è così e lo ritengo assurdo, perché cosi viene spersonalizzata una città intera. Il mondo del basket è estremamente povero e questa usanza permette di coprire meglio le spese societarie. Gli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti e degli abbonamenti per le gare interne contano ancora molto per le finanze dei club, ma da non molto tempo le società si rivolgono ad altre fonti di reddito, per far quadrare i propri bilanci. In primis la stipulazione contrattuale con le principali competizioni europee che oltre a portare un guadagno economico fanno fruttare anche l’immagine dei club. Poi attraverso la ricerca di nuovi collegiali americani e la valorizzazione dei talenti acquistati a poco e rivenduti a prezzo maggiorato. Segue la vendita dell’immagine del club attraverso i diritti audiovisivi per le diverse competizioni ed infine il fattore più importante ovvero la ricerca di partner commerciali ai quali abbinare la propria immagine, il proprio logo, il proprio nome e i propri colori. Con le sponsorizzazioni i nostri club cercano di integrare il proprio bilancio, ma questo è una specie di mecenatismo dove appunto le squadre sono protette dai proprietari e invece dovrebbero riuscire a incassare di più con la vendita dei propri giocatori, abbonamenti e cercare di lanciare l’immagine di brand sportivo. Siamo lontani dai tempi in cui un marchio solitario campeggiava in bella vista nella parte anteriore della maglietta, oggi ormai le maglie delle nostre squadre sono diventate sempre più un patchwork di marchi e  di appositivi. Se l’OIimpia Milano nel corso degli anni non si fosse chiamata come una carne in scatola, una bibita o un gruppo immobiliare avrebbe oggi gli stessi tifosi della Juventus, della quale è una sorta di corrispettivo cestistico? Ponetevi questa domanda e pensate se le squadre NBA o di calcio si fossero chiamate come una carne in scatola o una bevanda energetica. I loro nomi sono sempre rimasti immutabili anche quando sono state sponsorizzate da enormi imprese commerciali. Bisogna avere delle regole chiare in Italia come ad esempio vietare di chiamare le squadre con il nome dello sponsor principale o disporre nelle divise massimo 5 sponsor con una determinata misura da rispettare. Il basket non è solo uno sport, è trasporto emotivo, è idea, è riflessione. È il prodotto di sviluppi sociali, mediatici, economici capaci di renderlo unico nel suo genere nonostante le oggettive difficoltà di trovare uno spazio tutto suo, lontano e indipendente dal fenomeno calcio centrico.

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