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Idee di cambiamento

Rivoluzione social

La fonte principale di guadagno della NBA proviene dai diritti televisivi, seguiti poi da merchandising, social network, biglietti e mass media. Nella terza fonte è attiva su tutte le piattaforme social e continua a generare contenuti a forte tasso di engagement. Grazie alla sua brand identity è la lega più seguita di basket nel mondo capace di produrre immagini, video, testi e blog attentamente studiati e pianificati, generando un traffico incredibile di persone che interagiscono quotidianamente. Questo è dovuto principalmente dal budget monetario ma soprattutto dallo staff della comunicazione; giovani e creativi che conoscono le esigenze del pubblico e che creano dei prodotti digitali ottimi. La lega, per aumentare l’attenzione mediatica, incoraggia squadre e giocatori a creare storie e gag con i rivali, portando milioni di like e follow aggiuntivi. Altro hype viene generato dall’uscita delle city edition, centro vitale per milioni di collezionisti e fan di canotte in tutto il mondo. Tralasciamo questo e immaginiamo se la LBA utilizzasse le stesse strategie marketing della NBA. Logicamente il risultato non sarà lo stesso a causa delle abissali differenze di giocatori, palazzetti, sponsor ma nel suo piccolo la nostra lega può fare grandi miglioramenti. Un profilo diverso e proiettato verso il futuro, abile a sfruttare la forza del brand identity e positioning. Ne abbiamo già parlato in un articolo che la prima e più importante cosa è il naming.
La Lega Basket Serie A ha cambiato naming per la paronomasia derivato dalla somiglianza con l’NBA e per evitare quella denominazione di Serie A del basket causata dal campionato di calcio. L’idea è buona ma va applicata ovunque per evitare che i giornalisti la chiamino ancora Serie A. Su Instagram e Twitter ad esempio non si chiama LBA, questo oltre ad essere esteticamente brutto denota anche l’incertezza e la scarsa attenzione che viene data alla strategia marketing, che ci auguriamo ci sia. Poi va rivista tutta la gestione manageriale delle pagine e la produzione di grafiche e video. Parlando di Instagram vediamo che le foto sono condivise nel formato meno adatto ovvero 1080 x 608 px e non in quelli emotivamente più impattanti cioè 1080 x 1080 o 1080 x 1350. I reels, nuovo trend del momento che attualmente Instagram premia molto chi li utilizza, vengono usati come interviste o cringiate abbastanza notevoli, anziché pubblicare le fantastiche gesta di Teodosic o Rodriguez. I video invece sono pubblicati nella risoluzione 1080 x 608 e su IGTV che nessuno o pochi guardano. Forse questo problema deriva dai palazzetti privi di una stanza per la creazione di contenuti digitali. Oppure dalla mancanza di utilizzo delle Phantom Cam, capaci di riprodurre immagini e video in 4K e in slow motion indicati per il settore televisivo e digitale.
Sui social però ci sono molte pagine che producono ottimi contenuti con un budget nettamente inferiore e i loro manager e graphic designer sono ignorati dalla LBA che non li contatta per collaborazioni o know how. Certo è che questa gestione deve cambiare o migliorare, perché non è possibile avere un divario negativo di migliaia di utenti con la Serie B del calcio. Ci vuole una svolta creativa e una pianificazione oculata per crescere nelle piattaforme social.

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